I disturbi del linguaggio
I Disturbi di Linguaggio rappresentano un insieme molto eterogeneo e complesso di quadri clinici caratterizzati da difficoltà differenti per qualità e gravità nella comprensione, produzione e uso del linguaggio.
I Disturbi di Linguaggio insieme ai Disturbi di Apprendimento rappresentano oltre il 40% delle richieste di approfondimento diagnostico che arrivano nei Servizi Territoriali del Sistema Sanitario Nazionale.
Entrambe queste condizioni rientrano in quelli che l’American Psychiatric Association (APA) nel suo Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5, 2013) definisce Disturbi del Neurosviluppo.
Caratteristiche dei Disturbi del Neurosviluppo
- Esordio precoce: i Disturbi del Neurosviluppo sono un gruppo di condizioni rilevabili generalmente prima della scolarizzazione primaria, caratterizzati da deficit che causano una compromissione del funzionamento personale, sociale e scolastico.
- Eterogeneità delle caratteristiche: questi disturbi possono avere delle manifestazioni che variano da limitazioni molto specifiche degli apprendimenti o del controllo della capacità di autoregolazione, sino ad arrivare a compromissioni molto estese delle abilità sociali o dell’intelligenza.
- Comorbidità: spesso presentano contemporaneamente più deficit diversi, per esempio nel linguaggio e nella coordinazione motoria, oppure negli apprendimenti e nell’attenzione/iperattività.
- Interferenza con il funzionamento adattivo: possono influenzare negativamente la capacità di autonomia e di responsabilità sociale in uno o più aspetti della vita quotidiana, comprese la comunicazione, la partecipazione sociale, l’attività scolastica o lavorativa e l’autonomia a casa o nella comunità.
I deficit nel disturbo del linguaggio
Nei Disturbi di Linguaggio il deficit può essere presente in una o in più componenti linguistiche, quali la fonetica, la fonologia, la semantica, il lessico e la pragmatica.
- Fonetica: La fonetica si occupa dello studio dei suoni del linguaggio umano. Analizza la produzione, la trasmissione e la percezione dei singoli suoni del linguaggio, di come vengono articolati, prodotti e distinti nei vari dialetti e lingue.
- Fonologia: La fonologia si concentra sullo studio dei suoni significativi in una lingua specifica, ossia i fonemi. Si concentra sulle regole che legano i singoli suoni tra loro, permettendo di formare parole e frasi di senso compiuto.
- Lessico: Il lessico si riferisce all’insieme di tutte le parole e le espressioni utilizzate in una lingua o in un contesto specifico. Questo include sia i vocaboli di base che le parole specializzate, i neologismi e le espressioni idiomatiche.
- Semantica: La semantica si riferisci ai contenuti, quindi al significato del linguaggio, che può variare per esempio in contesti diversi (vedi pragmatica).
- Grammatica: La grammatica riguarda le regole e le strutture che governano la formazione delle frasi e dei testi in una lingua. Queste regole includono l’organizzazione delle parole, la loro inflessione, l’ordine delle parole e così via.
- Sintassi: La sintassi si occupa della struttura delle frasi e delle relazioni tra le parole all’interno di una frase, come l’ordine delle parole, la formazione delle frasi complesse, la concordanza tra soggetto e verbo, e così via.
- Pragmatica: La pragmatica linguistica riguarda la capacità di comprendere il significato interno di una parola o di una frase, disambiguandolo secondo il contesto in cui viene utilizzata.
Possibili diverse etichette diagnostiche usate per i Disturbi di Linguaggio
Da un punto di vista descrittivo con il termine linguaggio si intende l’insieme degli aspetti relativi alla forma, funzione e uso di un sistema convenzionale di simboli all’interno di un sistema di regole finalizzato alla comunicazione (parole pronunciate, scritte, segnate, immagini).
Nello specifico, invece, per eloquio si definisce la produzione di suoni che includono la capacità di articolazione, la fluenza, la voce e la qualità del suo timbro.
Per comunicazione, infine, si intendono tutte le abilità, verbali e non verbali, intenzionali o meno, che influenzano il comportamento, le idee o gli atteggiamenti di un altro individuo.
Ma, secondo il manuale diagnostico utilizzato dai clinici che può essere differente da un servizio sanitario all’altro, come l’ICD nelle varie versioni 9-10 fino al più recente 11 o i DSM-IV o 5, è possibile incontrare nelle certificazioni che accompagnano i bambini con Disturbo di Linguaggio diverse «etichette diagnostiche». Al momento, comunque la classificazione più utilizzata è ancora quella del DSM-5, che è sinteticamente riportata nel box qui sotto.
- Disturbo del Linguaggio: difficoltà persistenti nell’apprendimento e nell’uso del linguaggio, che includono un vocabolario limitato, frasi poco strutturate e difficoltà nella conversazione.
- Disturbo Fonologico: problemi persistenti nella corretta pronuncia dei suoni del linguaggio, che rendono difficile comprendere o comunicare verbalmente.
- Disturbo della Fluenza: alterazioni nella fluidità e nel ritmo del linguaggio, come ripetizioni di suoni o parole, prolungamenti dei suoni, interruzioni, o blocchi durante la parola.
- Disturbo della Comunicazione Sociale (Pragmatica): difficoltà persistenti nell’uso appropriato della comunicazione verbale e non verbale per scopi sociali, come comprendere il contesto, seguire le regole della conversazione e interpretare segnali verbali e non verbali.
- Disturbo del linguaggio non altrimenti classificato (N.A.S.): rientrano in questa classificazione tutti i disturbi di linguaggio non compresi nelle categorie precedenti
Quali sono quindi i disturbi del linguaggio?
I Disturbi di Linguaggio sono considerati tali quando causano problemi nel funzionamento quotidiano, nelle relazioni sociali o nell’apprendimento, e si manifestano precocemente nello sviluppo senza essere causati da altri problemi sensoriali o neurologici. Possono variare nella loro gravità e possono coinvolgere diverse componenti del linguaggio (lessico, semantica, sintassi) con un impatto diverso sul cambiamento nel tempo. La traiettoria evolutiva di questi disturbi (ovvero il suo cambiamento nel tempo) può essere molto differente secondo la gravità, la pervasività (il numero di aree linguistiche interessate contemporaneamente), la persistenza (quanto tempo durano) dei vari deficit linguistici. Infine, nella diagnosi dei disturbi di linguaggio, una grande importanza riveste la capacità di distinguere un semplice ritardo da un vero e proprio disturbo.Ma di questo ne parleremo il mese prossimo….