Negli ultimi anni, i termini DSA e ADHD sono diventati sempre più comuni nel contesto dello sviluppo infantile. Questi acronimi si riferiscono a due categorie diagnostiche rientranti nei disturbi del neurosviluppo, un insieme di condizioni che iniziano in età evolutiva e influenzano vari aspetti funzionali dell’individuo.
Questi quadri sintomatologici, che si presentano nelle prime fasi di crescita, tendono a persistere anche nell’età adulta. È cruciale, quindi, identificarli precocemente per permettere alla persona di adattarsi e compensare le proprie difficoltà al meglio.
DSA: cosa sono e come si manifestano
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) impattano direttamente alcune capacità essenziali per l’apprendimento quali la lettura, la scrittura e l’uso dei numeri. Questi disturbi sono caratterizzati dalla loro capacità di ostacolare l’acquisizione di conoscenze e competenze, ma non sono dovuti a patologie, bensì a variazioni neurobiologiche, o neurodiversità. Il cervello di ciascuno funziona in modo unico; tuttavia, per alcuni, questa diversità risulta incompatibile con l’esecuzione di certe abilità.
In particolare, i DSA includono:
- Dislessia: difficoltà nella lettura.
- Disgrafia: difficoltà nella scrittura a livello grafico.
- Disortografia: difficoltà nella scrittura a livello grammaticale.
- Discalculia: difficoltà nell’uso dei numeri.
È importante non attribuire i DSA a cause uniche come traumi, fattori ambientali o psicologici, deficit sensoriali o di intelligenza. Le persone con DSA generalmente possiedono capacità intellettive e cognitive paragonabili o superiori alla media per la loro età. Tendono a ragionare in modo globale, tramite immagini, e apprendono più efficacemente attraverso l’esperienza, un metodo spesso in contrasto con le tradizionali tecniche di insegnamento verbali e astratte.
Le cause dei DSA sono complesse e non completamente chiare, ma sembrano derivare da una combinazione di fattori genetici, neurobiologici e ambientali.
Le principali manifestazioni dei DSA includono difficoltà nella:
- Decodifica del testo scritto, sia in termini di correttezza che di velocità (dislessia).
- Compitazione del testo e ortografia (disortografia).
- Abilità grafo-motoria (disgrafia).
- Manipolazione dei numeri e abilità di calcolo (discalculia).
ADHD: cos’è e come si manifesta
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) è anch’esso un disturbo neurocomportamentale del neurosviluppo, con esordio in età infantile. Si manifesta con sintomi di:
- Disattenzione: difficoltà a mantenere la concentrazione, disorganizzazione, distrazione.
- Iperattività: eccesso di movimento, irrequietezza.
- Impulsività: mancanza di autocontrollo, decisioni affrettate.
Le varianti del disturbo includono il tipo combinato, il tipo prevalentemente disattentivo e il tipo prevalentemente iperattivo-impulsivo. Come per i DSA, anche le cause dell’ADHD sono ritenute essere una combinazione di fattori genetici, neurobiologici e ambientali.
La diagnosi di ADHD è spesso ritardata a causa di misconcezioni comuni che interpretano i sintomi come semplice vivacità o sbadataggine.
Dati sui DSA e l'ADHD
Secondo gli ultimi dati del MIUR (2020-2021), i DSA rappresentano circa il 5,4% della popolazione scolastica italiana. Per l’ADHD, uno studio del 2018 stima che colpisca circa il 2,9% dei bambini e ragazzi tra i 5 e i 17 anni in Italia.
Questi disturbi influenzano significativamente le diverse aree della vita di un individuo e le sue relazioni sociali. È fondamentale, quindi, che famiglia e scuola individuino tempestivamente eventuali segnali e richiedano approfondimenti da parte di professionisti, supportando così il bambino o il ragazzo con interventi mirati.
In conclusione, è essenziale adottare un approccio proattivo fin dall’infanzia per promuovere un ambiente inclusivo e supportivo, che valorizzi la diversità e faciliti la gestione di queste difficoltà attraverso strumenti e strategie appropriate.