Differenza tra DSA, ADHD e BES

DSA, ADHD, BES

Nell’ambito della salute e dell’educazione, è essenziale comprendere la differenza tra DSA, ADHD e BES. Queste condizioni, Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e Bisogno Educativo Speciale (BES), sebbene caratterizzino quadri di funzionamento cognitivo differente, sia in termini di natura del disturbo sia in termini di manifestazione sintomatologica, condividono aspetti di similarità e mostrano un impatto significativo sulla vita di molte persone, sia nel contesto scolastico che in quello quotidiano.  

Differenza tra DSA, ADHD e BES

Il DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) è un disturbo di origine neurobiologica e che si caratterizza principalmente per difficoltà specifiche che riguardano lo sviluppo di abilità apprendimento come la lettura, la scrittura e le abilità numeriche e di calcolo. In presenza di DSA è possibile strutturare interventi di potenziamento cognitivo mirato che abbiano l’obiettivo di intervenire sulle aree compromesse o di fornire strumenti specifici per compensare la presenza del disturbo specifico. L’intervento viene strutturato in base al profilo di funzionamento dello studente, sia in termini di deficit e potenzialità sia in funzione dell’età e delle risorse famigliari e ambientali. 

Anche l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è un disturbo di origine neurobiologica ma si caratterizza principalmente per difficoltà riguardanti le abilità attentive, l’impulsività e l’iperattività. Tale disturbo non riguarda direttamente le abilità apprendimento anche se le difficoltà cognitive che lo caratterizzano possono influire significativamente su di esse. A seconda della gravità dei disturbi inerenti l’ADHD, l’intervento può essere di tipo psicologico, neuropsicologico oppure può prevedere l’utilizzo di farmaci specifici e, molto di frequente, può coinvolgere in modo diretto anche la famiglia dello studente. 

Il termine BES (Bisogno Educativo Speciale) non fa riferimento a una condizione medica specifica ma si riferisce ad una categorizzazione più ampia e flessibile che riguarda qualsiasi individuo che richieda supporto o adattamenti in ambito educativo. Le necessità educative speciali possono essere dovute a una vasta gamma di condizioni. I ragazzi con BES possono essere studenti che presentano DSA o ADHD, ma anche persone con altre necessità specifiche, come disabilità fisiche o disturbi emotivi. La strutturazione degli interventi, pertanto, dipenderà dalla condizione specifica che ha generato il bisogno educativo speciale della persona.  

 

DSA, ADHD, BES

Mentre le condizioni di DSA e ADHD prevedono un attento percorso valutativo e diagnostico che deve essere effettuato da professionisti del settore e prevede la somministrazione di test e strumenti standardizzati specifici, il BES è una categorizzazione educativa e non richiede una diagnosi. 

Gli individui che rientrano in questa categoria possono avere una vasta gamma di esigenze educative, e la definizione di “BES” è basata sulle specifiche esigenze di apprendimento che richiedono un’attenzione particolare e un individualizzato adattamento della didattica. 

Aspetti di sovrapposizione e differenze

La differenza tra DSA, ADHD e BES ha un impatto significativo sul contesto scolastico e la loro presenza richiede la ristrutturazione del metodo didattico e valutativo che può prevedere l’impiego di strumenti compensativi di supporto all’apprendimento, o dispensazioni specifiche. L’adattamento della didattica dovrebbe partire da una attenta valutazione del profilo di funzionamento dello studente (sia esso con DSA, ADHD o BES) in modo che la scuola possa proporre adattamenti e condizioni di apprendimento che garantiscano che gli individui raggiungano il loro massimo potenziale nella sfera dell’apprendimento. 

Nonostante il DSA, l’ADHD e il BES condividano un coinvolgimento nell’ambito educativo, differiscono in termini di natura della condizione, diagnosi e interventi necessari. Comprendere queste differenze è cruciale per garantire il supporto adeguato a chi ne ha bisogno. 

Una fondamentale differenza tra DSA, ADHD e BES risiede nel fatto che mentre il DSA e l’ADHD sono disturbi cronici che perdurano per tutta la vita dell’individuo seppur la manifestazione della sintomatologia può modificarsi in funzione dell’età e di variabili interagenti, il BES è una condizione che può durare per un periodo limitato in quanto può essere strettamente legata a condizioni e situazioni momentanee. 

In altre parole un disturbo specifico di lettura (Dislessia), sebbene si renda evidente nella prime fasi di scolarizzazione e impatti in modo significativo in particolare nel periodo scolastico educativo, la Dislessia permane ed influisce sulle attività e le scelte della persona per l’intero arco di vita. La condizione di BES, invece, potrebbe derivare da un trauma emozionale che impatta significativamente sulla vita educativa e quotidiana della persona in un periodo specifico per poi rientrare a fronte di interventi specifici.  

Conclusioni

Concludendo, comprendere la differenza tra DSA, ADHD e BES è cruciale per genitori, insegnanti, professionisti della salute e chiunque lavori con individui che potrebbero essere colpiti da queste condizioni. Questa comprensione aiuta a garantire che le persone ricevano il supporto di cui hanno bisogno e che le strategie di intervento siano appropriate, individualizzate ed efficaci. 

Una Soluzione Interattiva per l'Apprendimento Personalizzato

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Il nostro impegno nella validazione scientifica e nei rigorosi test di efficacia garantisce un supporto concreto per genitori, insegnanti, e professionisti della salute, offrendo un percorso di crescita educativa personalizzato e accessibile a tutti.

 

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DSA e ADHD test: Come Affrontare la valutazione

Test Dsa e Adhd

Affrontiamo l’importanza di una valutazione professionale per la diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), sottolineando i limiti dei test online. Descriviamo la complessità dei DSA, che includono dislessia, discalculia e disgrafia, e rileva che la diagnosi richiede un insieme di strumenti specifici, tra cui test neuropsicologici, valutazioni dell’apprendimento e colloqui clinici, che solo professionisti qualificati possono somministrare.

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ADHD: Cos’è e Come Supportare chi ne è affetto

ADHD videogames

Nel nostro ultimo articolo, esploriamo in profondità cos’è l’ADHD, un disturbo neurocomportamentale che incide significativamente sulla capacità di mantenere l’attenzione, l’autocontrollo e la gestione dell’iperattività. Distinguendo tra ADHD e DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), evidenziamo l’importanza di un approccio multidisciplinare per la diagnosi e il trattamento. Scopri come un team di professionisti può aiutare i ragazzi con ADHD a navigare le sfide scolastiche e sociali e come la famiglia può fornire un supporto essenziale. Leggi l’articolo completo per approfondire.

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Dispersione scolastica: come riconoscere i DSA per contrastarla.

ADHD

La dispersione scolastica in Italia è un problema rilevante, con un tasso del 12,7%. Questo fenomeno è più pronunciato nel Sud del paese e influenzato da fattori socio-economici e dal livello di istruzione dei genitori. Tuttavia, una causa significativa è anche la presenza di neurodivergenze come il DSA e l’ADHD. Riconoscere precocemente questi disturbi è fondamentale per supportare gli studenti nel loro percorso formativo. Strumenti digitali come “Proffilo”, sviluppato dal team di Develop-players, offrono soluzioni innovative per facilitare questo riconoscimento attraverso giochi ed esercizi che valutano le competenze cognitive degli studenti. La tempestiva identificazione e l’assistenza possono ridurre le probabilità di abbandono scolastico e assicurare un futuro educativo e professionale più luminoso per questi ragazzi.

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Che cosa sono i DSA?

Disturbi del neurosviluppo

I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), sono disturbi del neuro-sviluppo. Ciò significa che caratterizzano la persona fin dalla nascita. La loro manifestazione, tuttavia avviene nel momento in cui il bambino è chiamato ad acquisire gli apprendimenti di base, ovvero lettura, scrittura e competenze aritmetiche. Infatti, i DSA si differenziano in Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia.   

 

Per Dislessia si intende una difficoltà specifica e significativa relativa alle abilità di lettura, e soprattutto nel processo di automatizzazione della stessa. Le persone con dislessia trovano molto faticosa l’attività di lettura che per loro non risulta fluida ed automatica. Leggeranno quindi molto lentamente e/o commetteranno molti errori. Spesso gli errori tipici consistono nell’inversione di lettere (ad esempio leggere “li” al posto di “il”), oppure sostituzione di lettere all’interno delle parole o anche omissione, o ancora un completamento sbagliato della parola che si era cominciato a leggere correttamente.  

 

Si parla di Disortografia quando a non essere automatizzato è il processo di recupero delle regole ortografiche e grammaticali. La persona ha tutte le capacità necessarie a comprendere e apprendere la grammatica, ma nel momento in cui le viene chiesto di attivare le sue competenze in modo automatico come in un compito di scrittura spontanea o sotto dettatura, ecco che diventa molto facile incappare in errori simili a quelli citati per la lettura, ovvero omissioni, sostituzioni di lettere o segni come apostrofi o accenti. 

 

Rimanendo nell’ambito della scrittura, anche la Disortografia fa parte dei DSA, e nello specifico consiste nella difficoltà a rendere automatico il sistema motorio di cui necessitiamo per scrivere. In questi casi la persona non presenta altre difficoltà sul piano motorio, ma fatica comunque a produrre un tratto grafico con la penna o la matita, che sia sufficientemente fluido e leggibile. Pertanto, le persone con disgrafia avranno una scrittura molto caotica e difficilmente decodificabile, anche da se stessi, alcuni avranno anche difficoltà nell’utilizzare in modo adeguato lo spazio del foglio mentre scrivono, facendo quindi fatica, ad esempio, a rimanere nelle righe o nei quadretti. 

 

La Discalculia, invece, è uno dei DSA più complessi, in quanto coinvolge sia le abilità necessarie alla letto-scrittura del numero, al conteggio, alla percezione della sequenzialità, sia tutte le competenze relative alle procedure di calcolo, ma anche alla rappresentazione della quantità. 

 

 

È importante ricordare che le persone con DSA presentano competenze cognitive di base assolutamente nella norma. questi ragazzi, presentano tuttavia, alcune caratteristiche che coinvolgono anche altre funzioni cognitive. Spesso sperimentano difficoltà nel mantenere la concentrazione a lungo, o nel ricordare numeri o termini specifici. O altri ancora troveranno difficile gestire lo spazio nel loro quaderno, oppure nel pianificare le proprie attività quotidiane e faranno confusione nell’organizzarsi e gestire i propri impegni. 

 

All’inizio di questo articolo abbiamo sottolineato il carattere neurobiologico dai DSA e quindi caratterizzanti la persona fin dalla nascita. Essendo una caratteristica intrinseca alla persona, non è possibile considerarla una sorta di malattia, ma semplicemente come una modalità particolare di funzionare quando si tratta di apprendere nuovi contenuti e competenze scolastiche. Infatti, parliamo della specificità di questi disturbi proprio per sottolineare che le difficoltà incontrate sono tendenzialmente circoscritte alla gestione degli apprendimenti scolastici in classe e a casa, non si tratta di problematiche pervasive della persona. In altri contesti che non siano quello didattico, come possono essere ambienti sportivi, o ludici, o artistici, ad esempio, le difficoltà di chi ha un DSA saranno molto mento evidenti se non per nulla manifeste. In quanto caratteristica del funzionamento della persona, e non condizione patologica, non è possibile parlare di guarigione o di “cura” per i DSA, tuttavia è possibile e anzi auspicabile, intervenire quanto più precocemente, per costruire modalità di aiuto utili ad accompagnare questi ragazzi in un percorso scolastico quanto più sereno e fruttuoso. 

 

Secondo i dati raccolti dal MIUR, nell’anno scolastico 2020/2021 la percentuale di studenti aventi DSA sul totale dei frequentanti, è pari al 7,9%. Si tratta quindi di un numero di studenti considerevole, i quali necessitano di interventi personalizzati nella didattica, alla luce del loro funzionamento specifico. Come detto sopra, i ragazzi con DSA presentano buone abilità cognitive, per questo gli interventi in classe consisteranno nell’introdurre alcune strategie e strumenti ad Hoc per le modalità di apprendimento tipiche e non la costruzione di un programma diverso con obiettivi differenti rispetto ai propri compagni senza DSA.  

Nel 2010 è stata completata una legge (legge 170/2010), che tutela i ragazzi con Disturbo Specifico di Apprendimento e accompagna le scuole nella gestione delle loro difficoltà in classe, prevedendo strumenti compensativi e strategie dispensative utili. Per esempio, per questi ragazzi è importante una riduzione del carico di lavoro in classe e nei compiti a casa, in modo da permettere loro la massima efficienza nell’impiego delle proprie risorse cognitive. Chi ha un DSA si affatica molto nell’esecuzione dei compiti, molto più dei propri compagni; pertanto, i tempi attentivi e produttivi saranno nettamente inferiori. Inoltre, di grande utilità è l’introduzione di strumenti compensativi come mappe cognitive, schemi, quaderni che riassumano regole di grammatica e matematica, che li aiutino nel recupero in memoria delle conoscenze, per loro non automatico. 

 

Ma cosa fare se ci si accorge che il proprio bambino/a o ragazzo/a presenta delle difficoltà scolastiche che non sembrano risolversi? Di solito sono gli insegnanti che, grazie alla loro esperienza si accorgono di eventuali caratteristiche che potrebbero ricondursi a un DSA e suggerisce alla famiglia un approfondimento. Per ricevere una valutazione o una diagnosi è necessario rivolgersi ai servizi pubblici presso le sedi USL del proprio territorio, oppure a psicologi o neuropsichiatri privati che dopo un’attenta raccolta di dati sia anamnestici sia attraverso la somministrazione di prove specifiche, saranno in grado di delineare e le caratteristiche presentate sono o meno riconducibili a un profilo di DSA. Una volta confermata la presenza di DSA, la scuola redigerà annualmente un Piano Didattico Personalizzato: un documento che coinvolge anche la famiglia dell’alunno e che dichiara quali strumenti e strategie saranno applicate dal corpo docenti per gestire la didattica in favore del funzionamento specifico di quell’alunno. 

Case Study: Francesco, riprendere fiducia

Francesco stava dando il massimo a scuola ed era riuscito ad ottenere la sufficienza in molte materie, ma per fare ciò aveva dovuto rinunciare alla sua passione sportiva che gli dava tante soddisfazioni fuori dalla scuola. Francesco è tuttora un ottimo giocatore di pallavolo e non era mancato a nessun allenamento fino all’inizio della primavera della classe prima alla scuola secondaria, quando per riuscire a recuperare le verifiche doveva rimanere a casa a studiare fino a sera. La mamma di Francesco, vedendo che, man mano che la scuola procedeva, Francesco si chiudeva sempre più in se stesso e diventava irritabile e sempre nervoso, decise di contattare gli insegnanti della scuola chiedendo loro cosa fare. Gli insegnanti si erano infatti accorti delle difficoltà di Francesco e avevano suggerito alla mamma di fare una valutazione degli apprendimenti da uno psicologo esperto di DSA.

A fronte della valutazione approfondita del suo profilo di apprendimento, abbiamo potuto confermare una diagnosi di Dislessia in associazione a difficoltà di attenzione visuo spaziale. Dalla diagnosi effettuata, è stato possibile far partire per Francesco un percorso di potenziamento cognitivo volto a far crescere le sue potenzialità e supportarlo nei compiti a casa. Per migliorare le sue competenze attentive abbiamo lavorato con due percorsi paralleli, da un lato abbiamo inserito Francesco nel nostro percorso sperimentale di potenziamento dell’attenzione attraverso un software appositamente creato, dall’altro abbiamo avviato con lui un percorso metacognitivo sulla consapevolezza delle proprie caratteristiche per renderlo maggiormente sicuro delle proprie potenzialità e permettergli di riuscire a sfruttarle al meglio.

Grazie all’utilizzo del software Proffilo, un gioco digitale appositamente creato per far conoscere agli studenti e agli insegnanti il profilo di apprendimento di ognuno, Francesco ha potuto constatare che le sue ottime competenze di memoria potevano essergli molto utili nello studio e per organizzare al meglio il materiale da studiare. Lo stesso Proffilo poi ha evidenziato che, effettivamente, nel campo dell’attenzione Francesco avrebbe avuto bisogno di allenare le sue capacità. È stato quindi consigliato a Francesco di fare un percorso di potenziamento mediante il gioco digitale “Attento alle parole!” (Spinoso et al., 2021) validato dal team di Develop-Players. Attraverso l’utilizzo del gioco “Attento alle parole!”, Francesco ha migliorato le sue competenze attentive e ciò ha permesso di migliorare le sue competenze nello studio. A fronte dei risultati ottenuti nelle competenze cognitive attentive e di memoria, anche i risultati scolastici di Francesco sono migliorati e gli hanno permesso di riprendere gradualmente gli impegni sportivi con la sua squadra. La fiducia in sé e la maggior consapevolezza delle proprie caratteristiche gli hanno permesso di affrontare con maggior serenità la quotidianità a scuola e nella vita. Noi abbiamo imparato da Francesco come apportare migliorie al nostro gioco. Lo abbiamo infatti coinvolto nel processo di revisione del gioco ed ora stiamo lavorando a una nuova versione che presto sarà pronta per essere provata da tanti ragazzi come Francesco.

 

1. Spinoso et al., Attento alle parole! Logopedia e comunicazione https://rivistedigitali.erickson.it/logopedia/en/archivio/vol-n/uno-studio-preliminare-di-validazione-di-attento-alle-parole/ doi 10.14605/LOG1712110