Il tema della didattica inclusiva è un orientamento educativo che mira a facilitare l’apprendimento e la partecipazione di tutti gli studenti alla vita scolastica, ampliando il raggio anche verso la disabilità e i BES. Il concetto di accessibilità diventa, quindi, parte integrante della scuola, estendendosi anche al suo materiale formativo per renderlo fruibile attraverso il digitale. Tra gli strumenti più importanti, in tal senso, ci sono sicuramente le tecnologie inclusive, che hanno saputo rivoluzionare i metodi d’apprendimento grazie al loro impianto a “ipertesto”, ossia “a rete”, diverso da quello classico dei libri, più sequenziale.
Cosa sono le tecnologie inclusive?
Le tecnologie inclusive, anche conosciute come Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), sono tutti quei dispositivi digitali e risorse informatiche che aiutano gli alunni a compensare eventuali difficoltà grazie al loro utilizzo strategico e a migliorare la loro autonomia, oltre a ottimizzare i processi d’insegnamento nel contesto educativo. Tra esse si annoverano anche le tecnologie assistive (TA), ossia quei dispositivi che migliorano o mantengono il funzionamento di una persona con disabilità (es. apparecchi acustici, screen reader ecc.)
C’è da sottolineare che l’apporto positivo delle TIC nella didattica non dipende solo dalla loro introduzione nel contesto scolastico, quanto piuttosto dal loro uso sapiente all’interno di modelli tecnologici educativi. Sarebbe opportuno evitare il loro impiego come “elemento decorativo” della didattica tradizionale o come semplice appendice della stessa. In questo modo, si rischierebbe un’inutile ripetitività, dove gli stessi contenuti trasmessi frontalmente o attraverso i libri di testo vengono riproposti digitalmente, non sfruttando le reali potenzialità interattive delle TIC. Un uso inconsapevole di queste risorse potrebbe portare ad una fruizione riduttiva e banale del mezzo oppure, all’estremo opposto, a lasciarsi trascinare dalle sue prestazioni, maneggiandolo in modo incontrollato.
La scelta dell’utilizzo delle TIC nella didattica parte da un’analisi dei bisogni dello studente, per poi procedere attraverso le varie fasi della pianificazione didattica (definizione degli obiettivi, dei contenuti, delle metodologie ecc.) e concludendosi con l’individuazione, fra le tecnologie disponibili, di quella che può offrire un valore aggiunto all’attività educativa per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Gli stili di apprendimento
Ogni persona possiede uno stile di apprendimento, ossia una tendenza piuttosto stabile e prevalente ad imparare utilizzando una modalità particolare. Questi comprendono diversi elementi come le preferenze ambientali (luoghi e tempi dell’apprendimento), le modalità sensoriali e gli stili cognitivi. Le modalità sensoriali si distinguono in visiva, uditiva e cinestesica, formando quattro stili diversi:
– visivo verbale: è stato per molti anni lo stile promosso dalla scuola, poiché predilige la letto-scrittura;
– visivo non verbale: la preferenza ricade sulla parte iconografica (immagini, simboli, grafici, mappe ecc.);
– uditivo: predilige l’ascolto (spiegazione orale, lezione frontale, discussioni, lavori a gruppi ecc.);
– cinestesico: preferisce l’esperienza concreta e il “fare” (laboratori, esperimenti, simulazioni ecc.).
Gli stili cognitivi riguardano, invece, il modo in cui tipicamente la persona elabora l’informazione e vengono solitamente raggruppati in dicotomie:
– globale-analitico: uno stile globale privilegia la visione d’insieme, partendo dal globale arriva al particolare (approccio deduttivo), mentre uno stile analitico preferisce partire dal dettaglio per raggiungere una visione allargata (approccio induttivo);
– convergente-divergente: lo stile convergente richiama procedure note e già applicate precedentemente in contesti simili, mentre lo stile divergente applica procedure nuove, rielaborando vecchie esperienze per applicarle in nuovi contesti;
– impulsivo-riflessivo: lo stile impulsivo agisce velocemente, spesso improvvisando, invece, lo stile riflessivo ha bisogno di tempi più lunghi per agire, ponderando ogni mossa;
– risolutore-assimilatore: lo stile risolutore è pragmatico e cerca soluzioni in tempi brevi, mentre lo stile assimilatore cerca soluzioni più articolate che vadano oltre il problema contingente;
– verbale-visivo: lo stile verbale si focalizza sull’esposizione orale, invece, lo stile visivo si focalizza sugli elementi iconografici (colori, simboli, mappe ecc.);
– dipendente-indipendente: lo stile dipendente si conforma al gruppo e si lascia influenzare dal contesto, lo stile indipendente usa strade nuove, non si lascia condizionare e non cerca l’approvazione degli altri;
– sistematico-intuitivo: lo stile sistematico segue i vari passaggi del ragionamento e ha bisogno di indicazioni precise, lo stile intuitivo ragiona per insight.
Partendo dalla consapevolezza di questi diversi stili di apprendimento, l’insegnante dovrebbe individuare uno stile d’insegnamento capace di accogliere le esigenze di tutti. D’altro canto, sarebbe opportuno che gli studenti sperimentassero i vari stili per constatare come alcuni possano essere più funzionali di altri in determinate circostanze.
Relativamente agli alunni con DSA e ADHD, essi trovano più difficoltà con il canale visivo-verbale e trovano più congeniali altri stili d’apprendimento. I bambini con DSA, ad esempio, tendono ad immagazzinare le informazioni per immagini. Sarebbe opportuno, quindi, prediligere materiale d’insegnamento che faccia leva sul canale visivo-non verbale o, in alternativa, uditivo. In egual modo, per i ragazzi con ADHD, date le loro difficoltà attentive e/o la loro iperattività, potremmo prediligere un canale cinestesico, concreto ed esperienziale.
Tecnologie inclusive per DSA e ADHD
Tra le TIC più utili per i bambini con DSA e ADHD troviamo:
- sintesi vocale: utile per i ragazzi con dislessia nel trasformare il testo scritto in parlato, ascoltando i contenuti senza doverli leggere, facilitando la comprensione e riducendo lo sforzo cognitivo (es. LeggiXme).
- Programmi di video-scrittura: utili per i ragazzi con disortografia per creare testi in minor tempo. Spesso comprendono correttori ortografici per correggere errori automaticamente (es. Grammarly) o strumenti di previsione del testo per suggerire parole, aumentando la fiducia nella scrittura (es. Word di Office o Documenti di Google).
- Programmi per la creazione di mappe concettuali: utili per ragazzi con DSA ma anche a persone con ADHD per organizzare le informazioni da studiare, facilitando la memorizzazione dei contenuti (es. Mindmeister, Algor education, CMapTools, Canva)
- OCR – Riconoscimento ottico di caratteri: utile per i ragazzi con DSA, in generale, per trasformare un testo su supporto cartaceo in un testo digitale modificabile, evitando errori e risparmiando tempo (es. Capture2text, Free OCR).
- E-book e audiolibri: utile per ragazzi con DSA o ADHD, in quanto i primi permettono al lettore di modificare molte caratteristiche del testo (es. grandezza o forma del carattere) per migliorarne la leggibilità; i secondi hanno il vantaggio di poter essere ascoltati, motivando il bambino ad affrontare delle letture grazie ad una voce narrante che rende la lettura più coinvolgente ed espressiva.
- Software per la matematica: utili per ragazzi con DSA, in particolare discalculia, in quanto permettono di organizzare meglio lo spazio per il calcolo (es. fogli di calcolo come Exel di Office, RedCrab o Mathemathics di Office).
- Calendari, planner e programmi per l’organizzazione: utile alle persone con ADHD per pianificare lo spazio e il tempo, non solo dei compiti, ma anche delle altre attività giornaliere.
- Generatori di flashcards: utili per DSA o ADHD per supportare la memorizzazione di concetti (es. Quizlet).