Skip to content

COSA E’ E COME SI SVOLGE UNA VALUTAZIONE DEL LINGUAGGIO NEI BAMBINI PIU’ PICCOLI

La valutazione del linguaggio nei bambini piccoli è un processo fondamentale per comprendere lo sviluppo comunicativo del bambino. Si basa su osservazione del gioco, questionari ai genitori e test standardizzati. La valutazione aiuta a individuare eventuali ritardi nel linguaggio e permette di intervenire in modo tempestivo. Non si tratta di una misurazione dell’intelligenza né di un’etichettatura, ma di un’opportunità per sostenere il potenziale comunicativo del bambino. Il pediatra spesso indirizza verso specialisti per approfondimenti.

COSA E’ E COME SI SVOLGE UNA VALUTAZIONE DEL LINGUAGGIO NEI BAMBINI PIU’ PICCOLI

Valutazione del Linguaggio: Cos'è e Come Funziona

La valutazione del linguaggio è un processo fondamentale per comprendere come un bambino comunica, sia attraverso il linguaggio verbale che non verbale. Questo include non solo le parole e le frasi, ma anche aspetti come l’intonazione, le espressioni facciali, il contatto visivo e fisico e la coerenza dei contenuti. L’obiettivo della valutazione è individuare sia le potenzialità del bambino sia eventuali fragilità o difficoltà. Viene condotta in un contesto ludico, adattato all’età del bambino, poiché il gioco è un riflesso di molte delle sue abilità cognitive e relazionali.

valutazione del linguaggio nei bambini

Come si svolge

Esistono molti modi complementari per raccogliere informazioni sullo sviluppo linguistico e comunicativo del bambino, ma il primo passo deve essere sempre quello di metterlo a suo agio e, se possibile, osservarlo in un contesto il più possibile “ecologico”, ovvero di interazione spontanea in attività di vita quotidiana. In breve sintesi questi le principali modalità di osservazione valutazione.

Osservazione del gioco.

Il gioco, che può essere spontaneo, di costruzione, o seguire regole, rappresenta un’occasione naturale per il bambino di esprimere il proprio livello di sviluppo linguistico e comunicativo.

Questionari e interviste ai genitori.

I genitori sono un osservatore privilegiato, conoscono il bambino in maniera approfondita, il loro coinvolgimento è quindi cruciale. Le informazioni che possono fornire contribuiscono a creare un quadro completo del comportamento e delle capacità linguistiche del bambino in vari contesti.

Prove oggettive (i test).

In base all’età, possono essere utilizzati test standardizzati per misurare più accuratamente il livello di sviluppo del linguaggio. Questi test forniscono dati comparabili e offrono una visione più dettagliata delle abilità linguistiche.

Tutte queste modalità consentono di comprendere con sufficiente accuratezza il profilo di sviluppo del bambino. L’eventuale discrepanza tra i risultati ottenuti in una modalità rispetto ad altre non è un limite, ma costituisce un importantissimo momento di riflessione sul comportamento del bambino in contesti diversi, cosa frequentissima tra l’altro, come ben sanno i genitori.

Quando è necessaria la valutazione.

Ogni bambino sviluppa il linguaggio a un ritmo personale: infatti tutti gli studi concordano su una estrema variabilità delle traiettorie di sviluppo, dovute a diversi fattori; biologiche, di genere, presenza di fratelli o sorelle, esperienza scolastica, familiari, sociali e culturali. Tuttavia, ci sono tappe di sviluppo fondamentali che dovrebbero essere raggiunte entro determinati limiti di età. Se queste tappe non vengono raggiunte, può essere utile effettuare una valutazione più approfondita. Il pediatra è solitamente il primo a notare

eventuali ritardi o anomalie nel linguaggio e può suggerire un’ulteriore indagine da parte di specialisti come logopedisti o neuropsichiatri infantili.

False credenze

Non è una valutazione di intelligenza

Il bambino può mostrare abilità diverse a seconda del contesto in cui si trova (casa, scuola, con amici, etc.). I risultati di una valutazione possono variare nel tempo e devono essere interpretati considerando la variabilità del comportamento infantile.

Non è una valutazione delle capacità genitoriali

I genitori sono parte integrante del processo di valutazione e non devono sentirsi giudicati in base alle abilità linguistiche del bambino. Al contrario, il loro contributo è fondamentale nel comprendere e sostenere il bambino.

Non è un’etichettatura.

Lo scopo della valutazione non è classificare il bambino, ma aiutarlo a esprimere al meglio il suo potenziale linguistico e comunicativo, intervenendo se necessario per superare eventuali difficoltà.

Chi esegue la valutazione?

Il primo professionista a individuare eventuali problemi di linguaggio è solitamente il pediatra, che può poi indirizzare il bambino verso specialisti come il neuropsichiatra infantile, il logopedista, lo psicologo, l’otorinolaringoiatra secondo la necessità.

Come preparare il bambino?

La valutazione del linguaggio può essere un momento particolare per il bambino, perciò è importante che il genitore trasmetta serenità: ricordando che i bambini temono di più le cose che non conoscono. Bisogna quindi spiegare al bambino che andrà a fare dei giochi con una persona che lo aiuterà ad imparare nuove attività. È utile evitare frasi che potrebbero far percepire la valutazione come un’esperienza negativa o come una correzione di un “problema” o la “visita di un dottor per curarlo”. Sembra scontato, ma nella pratica queste giustificazioni sono frequentissime, così come le minacce del tipo “se non stai buono il dottore poi ti fa la puntura!”

Infine, è fondamentale che il bambino arrivi ben riposato, quindi è opportuno evitare che affronti la valutazione dopo una giornata intensa di scuola o di sport o di festa, o magari dopo essere andato tardi a dormire, e magari portato di corsa perché in ritardo.

In conclusione

La valutazione del linguaggio è un’importante opportunità per identificare precocemente eventuali difficoltà e intervenire in modo tempestivo, sostenendo lo sviluppo armonioso delle capacità comunicative del bambino. Farlo in modo sereno e positivo può garantire che sia un’esperienza costruttiva e piacevole per tutti i soggetti coinvolti.