15 Aprile 2025

Dislessia e lettura ad alta voce: come migliorare la fluidità e la comprensione 

Migliorare la lettura ad alta voce nei soggetti con dislessia è un intervento da proporre parallelamente all’uso di strumenti compensativi e all’adozione di misure dispensative. La dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), che ostacola il processo di lettura, rendendolo poco fluido e scarsamente accurato in assenza di deficit sensoriali e intellettivi. Per questo, è utile agire su più livelli.

Promuovere l’autonomia 

Gli strumenti compensativi per i dislessici (es. sintesi vocale) offrono una spendibilità immediata del mezzo e una rapida accessibilità ai testi, dando la possibilità allo studente di non focalizzare tutte le proprie risorse nella decodifica dello scritto a scapito della comprensione. Il loro uso va, quindi, pensato in un’ottica di aiuto provvisorio, a cui il bambino deve essere educato per evitare la dipendenza strumentale e il blocco dell’autonomia funzionale. 

Il potenziamento della lettura, invece, lavora proprio sull’autonomia, rendendola una conquista da mantenere a lungo termine. Questo permette di: 

  • ridurre progressivamente la dipendenza dagli strumenti compensativi: ciò non significa che questi mezzi verranno eliminati totalmente, ma, semplicemente il loro utilizzo verrà relegato a compiti e testi più complessi, evitando un effetto di generalizzazione; 
  • migliorare il senso di competenza: quando uno studente riesce a leggere con più sicurezza anche delle piccole parti di testo, sente di avere un maggior controllo sul proprio apprendimento; 
  • rafforzare la metacognizione: lo studente impara a riconoscere quando ha bisogno di aiuto e utilizza lo strumento compensativo solo se effettivamente ne sente la necessità. Questo è il passaggio da una dipendenza ad una strategia. 

In altre parole, il potenziamento della lettura aiuta ad usare più consapevolmente gli strumenti compensativi, facendo passare il bambino dal pensiero di “non posso affrontarlo senza” a quello di “posso scegliere come affrontarlo”. 

Incrementare la motivazione allo studio 

Il potenziamento cognitivo rinforza la soddisfazione del bambino di riuscire da solo a portare a termine un compito senza ricorrere obbligatoriamente agli strumenti compensativi. Attraverso piccoli addestramenti, il bambino sperimenta piccoli successi, riconoscendo i suoi progressi e iniziando a pensare che anche lui può essere capace tanto quanto i suoi compagni. Questo alimenta un circolo virtuoso in cui più ci si sente capaci, più ci si impegna, più si migliora, più si trova piacevole imparare. 

Inoltre, il potenziamento cognitivo, accompagnato da attività metacognitive, permette di monitorare l’errore e tollerare l’insuccesso, abilità essenziali per mantenere la motivazione alta nel tempo. Molti percorsi sono progettati puntando molto sull’aspetto ludico, creando un clima positivo in cui il bambino può sperimentarsi senza essere giudicato. 

Sfruttare la plasticità cerebrale 

La dislessia è una neurodiversità, ossia il cervello di un dislessico ha una diversa modalità cerebrale di  elaborare le informazioni. Questo non significa che lo sviluppo cognitivo di un bambino dislessico sia  compromesso, perché il cervello ha il potere di modificarsi. 

Questa capacità del cervello è detta plasticità cerebrale ed è il principio su cui si basa il potenziamento  cognitivo. Si tratta di stimolarla attraverso apposito allenamento per aiutare il cervello, da una parte, a migliorare le abilità più fragili e, dall’altra, a compensarle.  

L’approccio compensatorio prevede: 

  • il potenziamento delle risorse (i punti di forza) come l’apprendimento attraverso il codice visivo-non verbale (immagini, tabelle, grafici), visivo-uditivo (video) o cinestesico (laboratori  pratici, esperimenti ecc.) piuttosto che il codice visivo-verbale (libri e testi scritti); 
  • il rafforzamento delle abilità preservate, che collaborano ai processi di lettura (es. attenzione,  memoria, abilità visuo-percettive, funzioni esecutive ecc.).

Il training specifico della lettura, invece, agisce direttamente sulle abilità più deboli, migliorando velocità e accuratezza. Di seguito proponiamo gli interventi più efficaci per migliorare la fluidità, la velocità e la comprensione. 

Interventi di potenziamento della lettura e della comprensione nel bambino dislessico 

Gli interventi di potenziamento della lettura nella dislessia prevedono diversi livelli di addestramento, in base alle competenze acquisite o non ancora maturate nel bambino. Alla base delle competenze da acquisire per la lettura troviamo: 

  • Consapevolezza fonologica (metafonologia): riconoscimento a livello uditivo dei fonemi (unità  di suono) che compongono una parola. Si può allenare attraverso esercizi di:

    fusione sillabica: il bambino ascolta due o più sillabe separate e deve unirle per formare una parola. Questo esercizio è mirato per allenare la capacità di sintesi  fonologica, ossia l’abilità di integrare le sillabe in un unico termine
    riconoscimento della sillaba: il bambino ascolta il suono e lo riconosce nella sua forma grafica. Alcuni esercizi utili possono essere la “tombola delle sillabe”, i “treni di parole” dove la sillaba finale deve essere l’inizio di una nuova parola o “nomi, cose, città” semplificato con l’utilizzo delle sillabe, il “domino delle sillabe”); 
    creazione di parole in rima: il bambino ascolta una parola e viene invitato a cercare un altro termine che faccia rima con essa. 
  • Discriminazione visiva: riconoscimento e successiva discriminazione dell’aspetto visivo dei grafemi (singoli elementi scritti). È fondamentale per evitare errori di confusione visiva e per sviluppare, quindi, una lettura fluente. Si può allenare con: 

    barrage: il bambino deve trovare le lettere intruse in una matrice di lettere simili ripetute (es. trovare la “p “tra le lettere “q”); 
    puzzle di lettere: il bambino deve abbinare le lettere uguali, magari presentate con diversi font (maiuscolo, minuscolo, corsivo); 
    memory di parole simili: il bambino deve trovare la coppia di parole che si assomigliano (es. casa – cassa, pena – penna ecc.); 
    trova le lettere specchiate: il bambino deve collegare le lettere simili (es. b-d, p-q, u-n,  ecc.). 
  • Transcodifica sublessicale: conversione del grafema (elemento scritto) in fonema (suono). Si può allenare tramite esercizi che richiedono la: 

    lettura di non parole: il bambino deve leggere sillabe o parole inesistenti, obbligandolo  a decodificare lettera per lettera, senza ricorrere alla memoria visiva;
    fusione di lettere e segmentazione di parole: il bambino, nel primo caso, deve unire i singoli suoni appena letti in una parola, nel secondo caso, deve ascoltare una parola e  dividerla in singole unità (lettere o sillabe).

Abilità lessicali: riconoscimento diretto delle parole nel loro insieme attraverso esercizi come:
 
associazione parola-definizione o parola-immagine: il bambino deve collegare la parola scritta al significato o alla sua rappresentazione;  
categorizzazione semantica: il bambino, data una categoria, deve elencare tutte le parole associate;  
sinonimi e contrari: il bambino, data una parola, deve trovare un sinonimo e/o un contrario;  
produzione di storie: il bambino può utilizzare delle carte con illustrazioni per farsi aiutare nella creazione di favole (es. Dixit o Narratore).  

Gli interventi per la comprensione del testo scritto, invece, mirano maggiormente all’assimilazione dei  contenuti di un testo. Alcuni esercizi utili sono: 

  • lettura a segmenti con domande di comprensione: il bambino legge un testo diviso in piccole sezioni, alla fine delle quali troverà delle domande specifiche (aperte o chiuse);
  • riassunto: il bambino, dopo aver letto un testo, deve fare un breve riassunto per estrarre le informazioni principali, rielaborandole; 
  • mappe: il bambino, dopo aver letto un testo, deve creare una mappa che rappresenti i concetti principali e le loro connessioni; 
  • domande sulle inferenze: il bambino, dopo aver letto un testo, deve rispondere a domande che gli richiedono delle inferenze basate sul racconto, deducendone i significati impliciti.

Capire come funziona la mente di tuo figlio o di tua figlia è il primo passo per aiutarlo o aiutarla davvero. Scopri il suo profilo cognitivo e trova strategie pratiche per offrirgli il giusto supporto, a casa e a scuola.