6 Maggio 2025

Scrittura e disgrafia: segnali precoci e attività di potenziamento 

bambino che colora un foglio bianco con il pennarello, con l'aiuto di un adulto

La disgrafia rientra, come la dislessia, nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), in questo caso  ostacolando la scrittura. Questa è un’abilità che coinvolge diverse capacità cognitive, motorie e  percettive. La persona deve: 

  • fare una analisi uditiva del fonema (unità di suono come lettere o sillabe) e riconoscerlo
  • operare una trasformazione del suono nella sua forma grafica, attraverso il “sistema di  conversione fonema-grafema”
  • eseguire un’ulteriore traduzione in una sequenza motoria per poter scrivere il grafema. 

Tutto ciò avviene in modo fluido solo se il bambino ha automatizzato determinati processi neuro motori, possiede una buona motricità fine e un’adeguata organizzazione spaziale. Infatti, la scrittura richiede a livello grafico: 

  • la pianificazione motoria del gesto
  • l’archiviazione in memoria della forma dei fonemi
  • la coordinazione occhio-mano per eseguire il grafema, seguire la riga e organizzare lo spazio sul foglio
  • una postura stabile e una corretta impugnatura dello strumento. 

Quando uno o più aspetti risultano fragili, scrivere può diventare difficoltoso, affaticante e  impegnativo. La scrittura diventa poco leggibile, mal organizzata nel foglio e l’atto potrebbe risultare  addirittura doloroso. 

Che cos’è la disgrafia? 

La disgrafia è un DSA che intacca esclusivamente l’aspetto grafico della scrittura, intralciando i processi  motori relativi all’esecuzione del gesto grafico. 

Anch’essa, come tutti i DSA, è una neurodiversità, quindi una tipica manifestazione della diversità umana a livello di funzionamento cerebrale. Questa condizione non ostacola i contenuti o l’ortografia, ma si manifesta solo sul piano esecutivo e motorio. 

La grafia del bambino risulterà: 

  • disorganizzata e disordinata, con spaziature irregolari tra lettere, parole e margini
  • poco fluida, lenta, stentata e faticosa anche a causa dell’assunzione di posture rigide e  impugnature scorrette
  • scarsamente leggibile con lettere deformate a livello di dimensione, struttura e aspetto
  • con un tratto atipico eccessivamente marcato o estremamente leggero e una pressione  irregolare troppo forte o troppo debole. 

La diagnosi di disgrafia 

La diagnosi di disgrafia può essere fatta alla fine della terza classe della scuola primaria, in modo tale che il bambino abbia avuto il tempo di consolidare le abilità grafiche. In una fase precedente, infatti, si potrebbero ancora riscontrare incertezze, imprecisioni e lentezza, però, dovute al fatto che il bambino è ancora in una fase di sperimentazione e apprendimento. 

Inoltre, è bene escludere fattori interni o esterni che possono influenzare la maturazione delle abilità grafiche, come la mancanza di stimolazione adeguata, difficoltà visuo-percettive o un insegnamento  poco strutturato. 

Solo dopo che il bambino ha avuto il tempo e le opportunità per rafforzare i requisiti di base, allora è possibile stabilire se le difficoltà sono attribuibili alla disgrafia. 

Segnali precoci: come riconoscere la disgrafia? 

Prima di arrivare a riconoscere delle difficoltà di scrittura in età scolare, sarebbe utile osservare il bambino già nella scuola dell’infanzia durante le varie attività ludiche e educative. In particolare, si  potrebbero riscontrare già delle fragilità a livello: 

  • motorio – prassico: il bambino mostra una scarsa abilità nel disegno, anche nella  rappresentazione o nella riproduzione di figure semplici (es. figure geometriche). Nelle attività  di unione di puntini si potrebbe vedere un tratto grafico irregolare (troppo marcato o troppo  debole), indicatore di una scorretta pressione sul foglio. Inoltre, potrebbe emergere una certa  goffaggine a livello motorio globale o una carente manualità a livello di motricità fine. 
  • visuo – spaziale: il bambino mostra difficoltà nell’organizzazione di giochi di costruzione, un’inadeguata pianificazione nella attività di ritaglio lungo una linea o una scarsa abilità nel seguire una linea tratteggiata o unire dei punti per costruire una figura (le linee potrebbero presentare errori di direzione, andando oltre i puntini o calibrando male l’indirizzo della linea, per poi correggersi all’ultimo momento). Nelle attività di colorazione, il bambino potrebbe faticare a rimanere dentro i bordi e nelle attività di disegno potrebbe organizzare male lo  spazio, non riuscendo a far stare tutti gli elementi che aveva in mente. 

Potenziare i requisiti motori della scrittura 

Detto ciò, già dalla scuola dell’infanzia e dal biennio della scuola primaria si potrebbero iniziare a potenziare la motricità fine e la percezione spaziale. Gli obiettivi principali possono essere: 

  • allenare la presa a pinza: infilare perline in un filo per fare gioielli, spostare pietre o semini da  un vaso all’altro aiuta ad esercitare la presa con due dita, utile nell’impugnatura della penna;
  • coordinare polso – mano: strappare carta di diverse consistenze per fare collage, temperare matite, svitare tappi, sbottonare camicie e pantaloni sono tutti esercizi perfetti per imparare a muovere mano e polso in coordinazione;
  • modulare la pressione: spostare oggetti di diversa consistenza con le pinze, usare il contagocce, appallottolare diversi tipi di carta, mettere le mollette al bucato sono attività  casalinghe che esercitano la tonicità muscolare delle mani e permettono di esperire differenti  modalità di pressione sugli oggetti; 
  • esercitare il ritmo: allenare il senso del ritmo ci permette di organizzare il gesto grafico (ogni  lettera è fatta di linee da eseguire con cadenze regolari) e gestire le spaziature. Il gioco della “campana” o percorsi motori in cui si impersonano diversi animali con andature diverse, andature a tempo di musica, eseguire sequenze ritmiche con le mani o con i tamburi, ripetizione di segni grafici su un foglio sono tutte attività utili per allenare questa abilità;
  • migliorare la capacità espressiva: scrivere una parola con diversi strumenti di scrittura (pennello, matita, pennarello, penna, cere ecc.), colorare e decorare le lettere dell’alfabeto dando loro un’anima (magari disegnando una faccia e donando ad ognuna una personalità), ritagliare lettere o parole da riviste e incollarle per creare una frase sono attività perfette per memorizzare le forme delle lettere, stimolare la loro personalizzazione e promuovere la capacità creativa del bambino; 
  • organizzare lo spazio: risolvere labirinti in cui la linea che traccia la via d’uscita non deve toccare i confini, copiare tracciati di linee che seguono le righe del foglio, tracciare linee intorno ad elementi sparsi sul foglio in modo tale da passare prima sopra e poi sotto in modo sequenziale da sinistra a destra, scrivere parole dentro a sagome vuote con forme diverse (la  scrittura si modellerà seguendo i limiti della sagoma). Tutte queste attività aiutano a rispettare  i margini e le righe, organizzando al meglio lo spazio sul foglio.

Capire come funziona la mente di tuo figlio o di tua figlia è il primo passo per aiutarlo o aiutarla davvero. Scopri il suo profilo cognitivo e trova strategie pratiche per offrirgli il giusto supporto, a casa e a scuola.

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